Lo sport a 360°

SETTEMBRE : 

E' tempo di........MOTIV....AZIONE

Lo sport come nessun altro ci  insegna ad essere motivati e grintosi

di Vincenzo Alonzi

Una delle domande che più mi frullano più per la testa, da Allenatore è quella del perchè, nello sport ad esempio si sceglie una certa attività piuttosto che un altra.

Cosa è che spinge, soprattutto i ragazzi a venire in palestra a sacrificarsi, a sudare e giocare assieme.

Perchè dovrebbero preferire la palestra a tablet, smartphone, uscite con amici fidanzati e tanto tempo libero?

Sicuramente la motivazione è un tassello fondamentale per scegliere la palestra ad altro.

Motivazione, parola a volte abusata, ma in realtà cosa significa in soldoni?

Per motivazione si intende la spinta ad agire, a mettere in atto comportamenti orientati ad uno scopo. Il concetto di motivazione sembra essere costituito da due componenti: la direzione e l'intensità.

 Per direzione si intende la meta verso cui si dirige l'azione. Cosa ci attrae, cosa ricerchiamo, cosa ci stimola: fare sport, vincere, giocare, divertirci, far parte di un gruppo, tenerci in forma... o cos'altro? 

L'intensità si riferisce invece a quanto sforzo ed impegno ci si mette nell'intraprendere e portare avanti un determinato scopo, azione, comportamento, pensiero. 

Applicato  in ambito sportivo,la motivazione può essere legata al bisogno di stringere amicizie e relazioni significative con altri (affiliazione), la possibilità di esprimere le proprie capacità (eccellenza/indipendenza) e affrontare sfide stimolanti ed eccitanti (stress), erano le motivazioni più frequentemente associate alla scelta di prender parte ad un'attività sportiva

E' importante ricordare che ogni età ha le sue tipiche motivazioni ed interessi. I bambini si approcciano allo sport in modo totalmente diverso da quello degli adolescenti o degli adulti.

I piccoli sono focalizzati sulla sperimentazione dell'ambiente, sono incuriositi dagli attrezzi e portati a testare le loro competenze. Non sono predisposti a programmare gli impegni in vista di vantaggi futuri, piuttosto sono orientati al presente e a trarre appagamento dal gioco. Desiderano primeggiare per superare i sentimenti di disagio e differenza con l'adulto ma non sono particolarmente impegnati a scontrarsi con gli altri coetanei. Il sostegno di allenatore, genitori ed amici è fondamentale in questa fase di sviluppo.

 I ragazzi iniziano invece a trarre piacere dalla competizione, dal paragone con gli altri, ma anche dal voler migliorare e sfidare le proprie capacità, mettersi alla prova in compiti sempre più difficili. Nell'adolescenza aumenta quindi il desiderio di gareggiare e diminuisce la necessità del supporto esterno. Nell'età adulta permangono il desiderio di divertimento, di svago e di competizione, a cui spesso si uniscono la necessità di fare attività fisica per motivi di salute e per mantenersi in forma.

Ma da dove deriva la motivazione? E' dovuta a caratteristiche interne e di personalità dei soggetti (essere più o meno individui "motivati", predisposti a orientarsi verso degli obiettivi, ad impegnarsi, ad eccellere), o ad influenze e situazioni dell'ambiente esterno (necessità di uno stimolo motivante, di un elemento che scateni il comportamento)?

La motivazione può essere suddivisa in diverse tipologie.

  • Essa si definisce intrinseca quando la spinta ad agire deriva da stimoli interni, dal piacere, dal divertimento personale, dalla voglia di mettersi in gioco, di migliorare, e così via. Le attività motivate intrinsecamente sono autonome e autodeterminate, ed ogni intervento esterno che riduca tale percezione di autonomia, incide negativamente.
  • La motivazione diviene estrinseca quando si è spinti da incentivi esterni, premi, remunerazioni, dalla possibilità di ricevere lodi e elogi.

Nel primo caso ci si troverà di fronte ad un atleta piuttosto esigente con sé stesso, che non ha bisogno di troppi stimoli da parte dell'allenatore. La seconda tipologia caratterizza sportivi piuttosto dipendenti dal giudizio altrui, maggiormente fragili e bisognosi di ottenere conferme del proprio valore dall'esterno. In questo caso, avremo a che fare con un'atleta poco costante sia nell'impegno che nei risultati.

In tal senso la motivazione è strettamente legata alle emozioni positive che suscitano determinate cose (allenamenti, partite condivisione con le compagne ecc), quindi all'atteggiamento che tutti noi dovremmo avere nei confronti dello sport che abbiamo scelto.

L'atteggiamento è un nostro processo interno dato dalla somma di azioni e comportamenti.

Perchè è importante avere un buon atteggiamento?

1) ci permette di migliorare ed imparare cose nuove

2) ci aiuta a contrastare emozioni negative (tensione, paura, insicurezze)

3) ci permette di divertirsi

4) ci aiuta ad uscire dai momenti difficili

5) perchè il nostro atteggiamento influisce quello di tutta la squadra

6) perchè ci fa raggiungere risultati

L'atteggiamento quindi influenza i nostri risultati e condiziona tutto ciò che facciamo anche al di fuori del campo.

Qui potete scaricare una scheda sull'atteggiamento da conservare e leggere nei momenti di dubbio sportivo.....